Quando ho scoperto di essere incinta per la seconda volta, il mio primogenito aveva circa 13 mesi e lo allattavo ancora. Si trattava di un allattamento per così dire residuale, soltanto notturno e associato a un’alimentazione ormai “da grande”, ma comunque ancora molto importante per BigD, non tanto per ragioni strettamente nutritive (anche se mio figlio non ha mai assunto altro latte a parte il mio), quanto per una questione di contatto fisico, relazione madre-figlio e rassicurazione.
Neanche per un attimo, quindi, ho pensato di pretendere che lui rinunciasse all’improvviso a questo rito così speciale, solo perché ero in attesa di un fratellino. La decisione di continuare ad allattarlo, aspettando che lui fosse naturalmente pronto per staccarsi dal seno (non me la sarei comunque sentita di continuare dopo il parto con un allattamento in tandem) è stata immediata e incontrovertibile. Personalmente, non ho sentito neanche l’esigenza di informare in dettaglio il ginecologo che mi sta seguendo durante la gravidanza. Tutto quello che ho fatto è stato continuare a fare esattamente come prima, assicurandomi con regolari controlli del sangue che il mio organismo reggesse senza problemi al doppio impegno simultaneo.
L’allattamento di Davide è proseguito per quasi cinque mesi dopo l’inizio della mia seconda gravidanza, senza che questo costituisse mai un problema per il mio corpo. La scelta di interromperlo è arrivata solo quando mio figlio sembrava effettivamente “pronto” (infatti è stata praticamente indolore), le poppate notturne si erano progressivamente ridotte e, soprattutto, si avvicinava il momento in cui lui avrebbe dovuto ammortizzare altre novità importanti, dall’inserimento al nido all’arrivo del fratello/sorella, per cui mi sembrava giusto proporgli un solo cambiamento per volta.
Eppure, la mia scelta di proseguire con l’allattamento al seno anche durante la gravidanza ha suscitato un certo stupore, se non proprio qualche preoccupazione, in alcune persone vicine. In effetti, l’erronea convinzione che una donna che si scopre incinta debba immediatamente smettere di allattare resiste ancora, nonostante le recenti evidenze scientifiche che escludono, in linea generale, rischi per la salute della gestante e del feto, oltre che del lattante.
A dirlo, ovviamente, non è solo e non è tanto la mia esperienza (e quella di molte altre madri), ma diversi documenti scientifici, tra cui un recente comunicato del Ministero della Salute che riporta le conclusioni del Gruppo di studio sull’allattamento al seno della Società italiana di medicina perinatale (SIMP) e del TAS (Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno) dello stesso Ministero della Salute.
In pratica, secondo gli esperti «non è documentato in letteratura un aumentato rischio di aborto nelle madri che allattano durante la gravidanza, né che la suzione al seno collegata all’allattamento possa determinare parto pre-termine per attivazione delle contrazioni uterine». In un paese come l’Italia, in cui le donne gravide sono generalmente sane e ben nutrite, non esiste inoltre «un aumentato rischio di ritardo di crescita intrauterino né di malnutrizione materna». Gli studiosi ricordano che occorre comunque fare attenzione, soprattutto in situazioni particolari – donne adolescenti, condizioni di malassorbimento, presenza di patologie croniche, etc – e che è fondamentale monitorare lo stato di salute di mamma, bambino e lattante attraverso i normali controlli medici periodici.
Quanto a me, rammento con un senso di particolare “pienezza” quei mesi in cui il mio corpo di mammifera ha mostrato al massimo le proprie potenzialità, crescendo una piccola vita nel profondo di sé e contemporaneamente continuando a distillare nutrimento e amore liquido per il mio bambino già nato. Per la sottoscritta è stata una scelta istintiva e naturale, ma chi avesse dei dubbi può rivolgersi a una consulente professionale per l’allattamento, preparata a rispondere a tutte le domande del caso, fornire indicazioni e consigli aggiornati (ci si può rivolgere, ad esempio, ad esempio, alla Leche League o alle consulenti IBCLC). In qualche caso, potrebbe essere utile sostenere la lattazione con un integratore naturale a base di sostanze galattogoghe come la galega, il finocchio, il cardo mariano o il fieno greco.
L’importante, come sempre, è che ogni decisione sia presa nella totale autonomia e con la massima serenità, ricordando che si tratta di un fatto privato tra madre e bambino.
[Questo post partecipa alla campagna #allattaserena in collaborazione con LactogalPlus, integratore che favorisce la montata lattea e la secrezione di latte grazie alla presenza di Galega]
3 Commenti
[…] Quando ho scoperto di essere incinta per la seconda volta, il mio primogenito aveva circa 13 mesi e lo allattavo ancora. […]
Ciao! Bravissima!! Grazie per la tua testimonianza!! …Io sto ancora allattando la mia bimba di 2 anni e mezzo e sono incinta di 5 settimane(5+0) . All’atto 3 volte al giorno. È normale non avere seno dolorante e capezzoli sensibili? Non ho sintomi particolari, neanche stanchezza eccessiva… tu che sintomi avevi?
Laura
Ciao! Io non avevo alcun fastidio (all’epoca allattavo ormai solo di notte, più volte nell’arco della nottata). Ho smesso solo perché non mi andava di allattare in tandem, e non volevo che mio figlio associasse lo stop all’allattamento con la nascita della sorella, quindi ho pensato di anticipare un po’ i tempi.