Tutti gli orrori del cosleeping

by Silvana Santo - Una mamma green

A casa nostra, l’ho raccontato diverse volte, dormiamo tutti insieme in un grande letto a tre piazze, composto dal nostro caro talamo matrimoniale e da un letto singolo ad esso affiancato. All’inizio il cosleeping è stata una scelta fatta con tante remore e solo per non soccombere alla disperata stanchezza, dopo mesi passati a gestire le poppate notturne e i risvegli continui del primogenito. Quando è nata sua sorella, poco più di un anno e mezzo dopo, semplicemente non c’era più spazio in camera per pensare di aggiungere una culla, per cui ci siamo ritrovati, senza farci troppe domande, a dormire tutti insieme appassionatamente. Ed è così che ci ritroviamo tuttora, dopo altri due anni. Con mio piacere, devo dire alla fine, perché nonostante le grandi preoccupazioni iniziali, adoro le notti passate tutti vicini a coccolarci. Mi piace sentire il respiro tranquillo dei miei figli accanto a noi, mi piace poter rimboccare loro il piumone quando mi sveglio e li trovo scoperti, mi piace svegliarci tutti insieme tra carezze e bacini. Quando loro stanno poco bene, inoltre, mi fa stare più tranquilla la possibilità di averli vicini, e poter capire al volo se respirano male, se hanno la febbre altissima e via dicendo.

Il “dormire nel lettone”, insomma, è una delle cose per cui ringrazio i figli di avermi fatto cambiare idea rispetto a quello che pensavo prima di diventare madre. Però ci sono delle circostanze in cui dividere il letto con la prole può essere davvero un’esperienza per stomaci forti. Se vi state chiedendo se dormire o meno tutti insieme è una scelta adatta alla vostra famiglia, ecco dunque per voi tutti gli orrori del cosleeping.

Il cosleeping e lo spannolinamento

Col primogenito ci è andata di lusso: una sola esondazione notturna, e tutta sul letto singolo (di incerata munito) in cui dorme Davide accanto al lettone. Ma ci sono un sacco di bambini che hanno bisogno di tempo per abituarsi a gestire la pipì durante la notte. E se il loro letto è lo stesso in cui dormono mamma e papà, posso immaginare che non sia davvero un’esperienza piacevole. Vedremo cosa accadrà se quando sarà il momento di spannolinare Flavia lei dividerà ancora il letto con noi. Male che vada, mi procuro una muta da sub, che magari mi snellisce pure.

Il cosleeping e la gastroenterite

Come ho scritto sui social, nei giorni scorsi la mia famiglia è stata fiaccata dalla solita epidemia novembrina di vomito e cagotto. In questa sede mi guarderò bene dall’entrare nei dettagli più splatter, limitandomi a raccontarvi che due notti fa ho passato circa un’ora a ripulire i letti da una notturna e violenta “eruzione gastrica” (non mangerò pennette al ragù per almeno due anni, credo), ma sappiate che se al momento del fattaccio mi fossi trovata nel mio letto, invece che sul divano a guardare un film su quanto forte si dopasse Lance Armstrong, forse a quest’ora sarei ancora ricoperta di vomito. E sarei in stato catatonico per lo shock e il ribrezzo.

Il cosleeping e lo zoo

Sì, perché quando si sceglie di dormire coi propri figli, non si pensa mai che in realtà ci si appresta a dividere il letto anche con un vasto e vario campionario di bestie di peluche (noi al momento abbiamo, a rotazione o tutti insieme, Johnny, Orsacchiotto e Sassolino), bambole più o meno morbide, macchinine, dinosauri appuntiti e quant’altro. Più che un cosleeping è un grosso casino, insomma.

Il cosleeping e le docce notturne

Non so se capiti solo ai miei figli, fatto sta che loro vogliono sempre bere di notte. Con conseguenze facilmente immaginabili sul tasso di umidità dei loro genitori. Fortuna che Artù dorme in fondo al letto, almeno lui rimane sempre all’asciutto.

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17 Commenti

Eliana 21 Novembre 2016 - 23:40

Vorrei segnalarti che abbiamo aperto l’asilo nel bosco a Milano se vuoi venire a trovarci e scrivere di noi ci piacerebbe
Eliana

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Silvana - Una mamma green 22 Novembre 2016 - 16:43

Scrivimi una mail a unamammagreen@gmail.com. Vengo volentieri, ma parto da Napoli. 🙂

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Roberta 3 Dicembre 2016 - 22:41

Ciao Eliana sono un’insegnante di scuola primaria, diplomata ISEF, mi piacerebbe visitare il tuo asilo nel bosco… un sogno da sempre….

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Nia 22 Novembre 2016 - 08:27

Ah ah mi hai fatto morire!! Noi niente cosleeping, ma capita che si addormentino nel lettone e poi vengano messi nei loro letti o che arrivino di notte. Ti dico solo che stanotte mi sono svegliata con un peso sulle gambe, era mia figlia a testa in giù, ma non ho idea di come abbia fatto ad arrivare li!!
E quando hanno il vomito me li tengo nel lettone così sono pronta con asciugamano e vaschetta, e intanto sonnecchio un po’

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Silvana - Una mamma green 22 Novembre 2016 - 16:42

Qui le nostre gambe sono il posto del micio, in genere! Oltre otto chili di amore e pelliccia…

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Gisella 22 Novembre 2016 - 09:17

Che ridere! Tutto vero… noi spesso stiamo in 5 in un letto alla francese. Un incubo… ♡

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Silvana - Una mamma green 22 Novembre 2016 - 16:41

Siete eroici! Io non penso che ce la farei!

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elena p. 22 Novembre 2016 - 19:03

mio figlio ormai e”grande ma da piccolo abbiamo dormito sempre in tre nel lettone!

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SiLviA 28 Novembre 2016 - 13:04

Mi hai fatto ridere! Noi abbiamo solo visite notturne, più o meno regolari… ma mi domandavo: e se per caso i bimbi devono dormire senza di voi per qualche motivo, come fanno? Avete mai provato? A. ha dormito una notte all’asilo con gli altri bimbi ed è finita che ha dovuto tenere la mano del maestro tutta la notte! Povero lui! Ora sto cercando di abituarla a cercare meno il contatto fisico, ma non è facile…

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SiLviA 28 Novembre 2016 - 13:06

PS: anche a me piacciono le coccole mattutine e il resto, ma vorrei che si sentisse comunque sicura…

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Silvana - Una mamma green 28 Novembre 2016 - 13:13

No, non abbiamo mai provato. E al momento credo che se si verificasse questa esigenza sarebbe un problema, onestamente (Flavia prende ancora il seno per addormentarsi e riaddormentarsi, figurati). Per dirla tutta, se il padre non c’è si rassegnano, ma la notte senza di me per loro è ancora un tabù. Di base pensiamo che non sia un problema, e che coi loro tempi riusciranno a gestire la cosa (come è avvenuto con tutto il resto), ma quando sono stata male per una colica renale mi sono molto preoccupata al pensiero di dovermi ricoverare. E a volte è oggettivamente faticoso realizzare che uscire da sola una sera tardi per me è ancora off limits. Mi dico che devo avere fiducia in loro e aspettare un po’ di tempo in più, spero di non essere troppo in torto.

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SiLviA 29 Novembre 2016 - 10:48

La penso come te, e infatti sono preoccupata perché a Gennaio dovrò stare via 2/3 notti per lavoro… credo che sarà dura per tutti. Da un lato mi piace questo attaccamento anche fisico, ma dall’altra vorrei che, soprattutto A, fosse più sicura di sè e riuscisse a riaddormentarsi anche da sola, senza dover cercare per forza una vicinanza fisica. Vorrei che le coccole fossero solo un piacere e non un bisogno irrinunciabile… ora sto cercando di riaccompagnarla a letto e aspettare che si riaddormenti senza coccolarla e la faccio rimanere con noi solo se è ormai mattina e dopo poco ci si alza. Spero che ora di gennaio la situazione sia più stabile…
Grazie della tua risposta, almeno siamo più o meno sulla stessa barca! 🙂

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Marta 28 Novembre 2016 - 17:25

cospleeping? ma siamo in ITALIA, parliamo nella nostra bellissima lingua perfavore…

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Silvana - Una mamma green 29 Novembre 2016 - 08:53

Allora magari scriviamo per favore staccato? 😉 Ci sono espressioni che semplicemente in italiano non esistono. Avrei potuto scrivere “letto condiviso”, ma non avrebbe reso allo stesso modo. Tutto qui.

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Evita 29 Novembre 2016 - 11:44

Molto divertente e tutto vero! Ma dei calci volanti notturni non parli? E delle notti sul bordo del letto perché i più piccoli ne occupano il centro esatto (e non si sa come, ma diventano ENORMI di notte)?

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Silvana - Una mamma green 30 Novembre 2016 - 14:45

Noi un po’ ci salviamo col lettone a tre piazze, ma spesso ci ritroviamo in posizioni da tetris. Anche a causa del gatto! 🙂

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Roberta 3 Dicembre 2016 - 22:45

Un’esperienza bellissima… anche perché si fa sempre più strada la certezza che prima o poi non vorranno nemmeno essere guardati da me… e per me il contatto, l’olfatto, la vicinanza, le parole sono un’esigenza atavica…

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