Imprevisti (meglio viaggiare con un paracadute di scorta)

AllianzLa mia prima volta non è andata esattamente come sperassi. Il mio lui era già Lui, quello che a distanza di oltre 10 anni sarebbe diventato il padre di mio figlio. Eravamo eccitati come due scolaretti, consapevoli che quel momento avrebbe cambiato la nostra vita per sempre. In effetti, non ci sbagliavamo: l’avvento delle compagnie aeree low cost stava per regalarci la tanto sognata possibilità di esplorare l’Europa, zaino in spalla o trolley al seguito, con poca spesa e tanto entusiasmo.

Solo che le cose non andarono proprio nel verso giusto. Il volo da Ciampino a Bruxelles, pagato qualcosa come 30 euro, assicurazione manco a pensarci, venne prima ritardato (costringendoci a passare una notte praticamente insonne nell’aeroporto romano) e poi, ormai il giorno dopo, definitivamente cancellato. Troppa nebbia, ci dissero. E mi chiederò per sempre se la causa sia stata davvero quella (altre voci ufficiose si inseguirono nella lunga notte di un’attesa che si sarebbe rivelata vana). Ricordo ancora il sapore acre della delusione. La rabbia impastata di sonno, la telefonata depressa a mio cugino che avrebbe dovuto ospitarci in Belgio. Alla fine, una corsa disperata verso Fiumicino e l’acquisto di un nuovo biglietto di andata (generosamente offerto dai miei genitori) salvò la nostra vacanza, e il volo di ritorno partì e atterrò senza intoppi.

Da allora, di check-in, imbarchi e partenze ne ho vissuti a decine, e non sempre tutto è filato liscio. Una volta – destinazione Inghilterra del Nord, per andare a trovare sempre lo stesso cugino ramingo che all’epoca studiava in una fighissima università medievale – mi hanno perso i bagagli, che ho rivisto solo dopo 72 ore (passate con indosso la biancheria del cugino di cui sopra). Al ritorno da Bali, in luna di miele, abbiamo seriamente rischiato che non ci lasciassero imbarcare, perché mio marito aveva il braccio ingessato (sì, sono tra le poche privilegiate ad aver avuto uno sposo ingessato, invece che in gessato) e la compagnia aerea pretendeva non so che strana certificazione medica. Avevamo una polizza sanitaria, ma niente che ci avrebbe risolto la grana se ci avessero impedito di partire (immaginate quindi la strizza…).

allianz1 2E poi, un classico, c’è stata quella volta in cui, a Lisbona, mi hanno fregato il portafogli, contenente contanti, carta di credito, abbonamento ferroviario e – sì, ovviamente sì – documenti. Non solo ho “vinto” un colloquio con uno sveglissimo poliziotto portoghese (“Ma se ha perso i documenti, io come faccio a identificarla?”) e una gita all’ambasciata italiana a Lisbona, ma sono stata anche presa in giro dai giovani gestori del b&b in cui alloggiavamo: “Sei di Napoli e ti fai fregare il portafogli? Ah-ah-ah!!”. Da sbellicarsi, davvero.

Morale della favola: talvolta l’imprevisto fa parte del “pacchetto viaggio”. E soprattutto quando si vola con un bambino piccolo, un banale contrattempo può trasformarsi nel più devastante degli incubi. Per questo, specie se il viaggio prevede lunghi trasferimenti, tappe intermedie o un costo particolarmente impegnativo, ho imparato a prendere sempre in considerazione l’acquisto di una polizza assicurativa che copra annullamento, ritardi, smarrimento dei bagagli o dei documenti. E quando serve, ovviamente, una bella assicurazione sanitaria (che se ti viene un’enterite durante un viaggio negli USA, rischi di lasciarci un rene per coprire le spese mediche, salvo poi dover trovare un modo per pagare l’intervento di espianto…).

Perché l’avventura è molto emozionante, ma è sempre meglio avere con sé un bel paracadute di scorta.

Questo post è offerto da Allianz Global Assistance, che propone pacchetti assicurativi per ogni tipologia di viaggio o vacanza.

 

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5 Commenti

IlMondodiStella 12 Agosto 2014 - 15:14

Ciao! Scusa la mia ignoranza completa ma cosa vuol dire : questa post è offerto da…. ?!?! Per te sarà una domanda bancale ma io non capisco cosa voglia dire… Comunque belle avventure. La migliore e il marito ingessato..

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Silvana - Una mamma green 13 Agosto 2014 - 10:06

Ciao! Figurati, nessun problema… Visto che scrivere per me è anche un lavoro, alcune aziende acquistanl spazi sul mio blog e un po’ della mia.creatività, sponsorizzando dei post (che restano comunque del tutto personali e non “aziendali”, come vedi. In genere si individua un tema generale ma poi il blogger scrive col suo stile e il suo spirito soliti). Se hai altre domande sono qui.
Ps. Sulla storia del gesso prenuziale prima o poi dovrò scrivere un approfondimento ^^’

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IlMondodiStella 13 Agosto 2014 - 11:36

In pratica un’azienda o altro ti chiede di fare un post con un determinato tema scelto da loro e tutto questo per loro è pubblicità. Ovviamente chiedono a te che hai tanti seguaci e sei conosciuta nel web. Giusto? Complimenti! Se penso a cosa vorrei io penso a fare recensioni su libri o attività per bambini in asilo.. Ma tra 10 anni vedremo se avrò dei seguaci in più…

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Silvana - Una mamma green 14 Agosto 2014 - 21:09

Diciamo che a grandi linee è così.. Se hai altre curiosità scrivimi in privato! 😉

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IlMondodiStella 14 Agosto 2014 - 21:10

Grazie sei stata davvero gentile e disponibile! Un abbraccio!

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