Del perché non sono (ancora) vegetariana

Avviso: questo post è semplicemente la risposta alla domanda di un’amica (lettrice). Non ho nessuna ricetta – è proprio il caso di dirlo – da proporre.

melaQualcuno me lo chiede, quando accenno ai miei studi ambientalisti e al mio interesse per l’ecologia. Qualcuno, comprensibilmente, si stupisce della mia risposta, mi taccia di incoerenza e di ipocrisia. Non sono vegetariana, anche se cerco di mangiare carne e pesce senza abusi. Il perché non è semplice da spiegare, è un impasto strano di principi e debolezze, di convinzioni più o meno profonde e di abitudine mista a paura. Mi sta a cuore ribadire, comunque, che quelli che seguono sono soltanto i miei pensieri, non li sto proponendo come verità scientifiche o informazioni giornalistiche. Non ci sono numeri né certezze, solo opinioni – per definizione opinabili – e personalissimi “sentimenti”.

Forse è più semplice partire dal perché, molte volte, ho pensato di diventare vegetariana (e perché, probabilmente, prima o poi lo farò). Se smettessi di mangiare carne non sarebbe per compassione nei confronti dei singoli animali uccisi. Per quanto trovi indecente il modo in cui vengono gestiti gli allevamenti intensivi, le mie scelte “ecologiste”, se così vogliamo definirle, non dipendono mai da ragioni umanitarie, ma dal desiderio di pesare di meno sulla Terra. Mi dispiace senza dubbio per la mucca che soffre e muore, ma non è per risparmiarle quella sofferenza se a pranzo mangio una zuppa di legumi. Se lo faccio, è per gravare meno sul pianeta in cui vivo.

E posto che la zootecnia, la pesca intensiva e l’abuso di alimenti di origine animale sono, per tante ragioni diverse, pratiche estremamente dannose per l’ambiente; assodato che se tutti gli umani mangiassero carne quanto gli occidentali non basterebbero dieci Terre per sfamarci tutti; premesso che sono assolutamente sicura che cibarsi in prevalenza di alimenti di origine vegetale sia la sola strada sensata che possiamo percorrere e che abbuffarsi di arrosti ed hamburger non è ne sostenibile né salutare, non sono neanche convinta che mangiare veg ci metta automaticamente al sicuro dai possibili “eco-guasti” alimentari. Sappiamo che il mondo non può sostenere un’umanità fatta di carnivori ingordi, ma ignoro cosa accadrebbe se dovessimo coltivare cereali, legumi e verdure in quantità tali da sfamarci tutti. Sarebbe ragionevole? E sostenibile? Confesso di non conoscere la risposta, ma a volte penso che quella vegetariana non rappresenti per forza, in senso lato, la dieta più ecologica a prescindere. Forse ci sono – e sono loro il mio modello ancora irraggiungibile – onnivori molto attenti che riescono a impattare meno sull’ambiente di tanti vegetariani (ma magari mi sbaglio, e anzi: se chi mi legge potesse fornirmi dati e notizie al riguardo, sarei felice di cambiare opinione immediatamente). È ovvio poi che esistono, e probabilmente sono la maggioranza, i vegetariani molto oculati, ambientalisti oltre che animalisti, e a loro vanno tutto il mio rispetto e la mia stima.

Portando poi il discorso alle estreme conseguenze, mi dico che gli animali da carne esistono nelle forme e nei numeri attuali proprio perché l’uomo li mangia da millenni. Se non avessimo acquisito l’abitudine di cibarcene, forse tante varietà di bovini o di maiali, tanto per dire, non esisterebbero nemmeno. E allora mi domando: cosa accadrebbe se smettessimo del tutto di allevarli? Salveremmo milioni di individui innocenti, certo, ma non rischieremmo di concorrere all’estinzione della loro specie?

Non entro nel merito delle questioni economiche e occupazionali, perché ne so talmente poco che non riesco nemmeno a farmi un’idea. Al di là di questo, comunque, mangiare solo cereali e vegetali, ed eventualmente anche uova e latticini, mi sembra, da primate (se fossi un’antilope o un bisonte non avrei molti dubbi), una scelta tutto sommato piuttosto drastica. E le scelte estreme, di solito, non fanno per me. Mi sento più a mio agio nel compromesso: come un gorilla o uno scimpanzé, mi professo onnivora, ma prevalentemente vegetariana. Cerco di scegliere uova e latte bio e di comprare carne proveniente da allevamenti della zona, venduta in negozi al dettaglio e di fiducia.

Non è solo una questione di “moderazione”, comunque. Sapendo di poter suonare eretica, c’è da dire che io considero i vegetali non troppo dissimili dalle bestie (e uso questo termine con la più nobile accezione possibile). Mi fa male pensare a un maiale sgozzato, ma concedo il mio cordoglio anche a una lattuga masticata. E per una volta, lo giuro, non sono sarcastica.

A prescindere dagli aspetti etici, infine, mentirei se non riconoscessi che un freno importante nell’attraversare il guado mi viene da questioni molto più egoistiche e meno filosofiche delle precedenti. Per me il cibo non è solo nutrimento e sapore. Come per moltissime persone, mangiare rappresenta un mezzo per conoscere, un momento per condividere, un viatico per nuove esperienze. A volte mi ritrovo a pensare che eliminare dalla mia dieta l’infinità di ricette che prevedono un ingrediente animale mi taglierebbe fuori da una serie di riti sociali e di esperienze collettive – dalle sagre ai pranzi in famiglia, dai ristoranti a tema al cibo etnico, fino a certe banalissime cene casalinghe a due che sono ormai una piccola tradizione familiare – a cui, almeno per adesso, non sono pronta a rinunciare. Se provo a immaginare tutti i viaggi che ho fatto nella mia vita privati all’improvviso dei piatti tipici del luogo (spesso a base di carne o pesce) mi sento all’improvviso più povera e più “ignorante”. Se penso all’Italia senza certi prodotti della nostra tradizione gastronomica, penso a un paese che rinuncia a una parte della sua storia, non soltanto economica. A una parte, paradossalmente, della sua ricchissima biodiversità.

Niente di più facile che un giorno, neanche tanto lontano, io possa cambiare idea. Per il momento, cerco di essere morigerata e di seguire una dieta varia. Scelgo prodotti di stagione, quasi sempre locali e, se posso, biologici. Faccio attenzione a quello che compro per Artù ed evito tassativamente ingredienti come il foie gras o derivati da animali a rischio di estinzione.

I ricci di mare, per dire, trovo che stiano benissimo sugli scogli.

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19 Commenti

Laura - Le pecionate 5 Marzo 2014 - 10:51

Mooolto interessante! Hai letto per caso “Se niente importa” di Jonathan Safran Foer? E’ un libro che in genere esito a suggerire, ma mi sembri nel giusto stato d’animo.
Un abbraccio da un’altra onnivora che cerca di essere consapevolmente sostenibile 🙂

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Silvana - Una mamma green 5 Marzo 2014 - 11:07

Non l’ho letto, ma ora voglio farlo! vado a cercare qualche informazione… Grazie e un abbraccio a te.

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Marina 5 Marzo 2014 - 10:56

Come sempre equilibrata! 🙂
Aspettavo questo tuo post e devo dire che lo trovo pieno di spunti interessanti!
La mia scelta di seguire una dieta vegetariana mi ha concesso di scoprire sapori sconosciuti e di sperimentare che il cibo è anche socialità e lo è anche se sono vegetariana (in linea di massima cerco di non costringere nessuna delle persone che mi invita a cena a non cucinare animali, ma provvedo autonomamente, quando posso)! E’ una strada non semplice che spesso mi fa porre molti interrogativi in merito all’equilibrio che c’è in questa scelta… Spesso mi chiedo se non è estrema, se “fa per me”…. e questa domanda me la pongo, SEMPRE, durante in miei viaggi, quando essere vegetariana (ed essere coerente con questa scelta) mi impone di sacrificare il piatto tipico… una parte del viaggio (per me) molto importante.
Per ora questa mia scelta è più forte, per motivi animalisti (soprattutto) più che salutisti (non penso che una dieta onnivora equilibrata sia più dannosa di una vegetariana squilibrata), ma non so se lo sarà per sempre… come tutte le cose, d’altronde! Continuerà ad essere una mia scelta fino a quando mangiare “una fettina di carne” non mi farà stare bene, anche se appartiene al piatto tipico di un luogo per me sconosciuto! 🙂

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Silvana - Una mamma green 5 Marzo 2014 - 11:05

In bocca al lupo per il tuo percorso, Marina! (Viva il lupo, ovviamente! ;)) Difendi le tue scelte e sii te stessa! Un bacio e grazie a te per l’ispirazione.

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mammarch 5 Marzo 2014 - 22:53

Mi fa sempre piacere leggerti, abbiamo tante affinità: cibo, viaggi, cultura, sostenibilità! Il tuo blog è un bel momento di confronto, grazie!

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Silvana - Una mamma green 5 Marzo 2014 - 23:33

Ma grazie a te, davvero!

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Lucia Malanotteno 6 Marzo 2014 - 14:44

bello questo post, molto equilibrato. La scelta di diventare veg può essere basata su motivazioni etiche o ambientali. Io mangio poca carne e pesce ma li mangio, perchè sono onnivera. Così come non giudico un maiale che si mangia un topo o un uccellino. Come agronomo so che non tutti i sistemi di allevamento sono uguali e sono consapevale di quanta acqua serva per allevare una vacca, piuttosto che un pollo, piuttosto che per un ettare di grano. Cerco di limitarla solo per motivi di carattere ecologici. E credo che vada bene così!

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Silvana - Una mamma green 7 Marzo 2014 - 11:48

Dunque sei un agronomo! Che bello. Anche per questo avverto una sensibilità comune, forse 😉

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Lucia Malanotteno 7 Marzo 2014 - 11:51

Yes, proud to be an agricultural scientist!

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scassandralverde 7 Marzo 2014 - 17:29

Eh, io rispetto la scelta onnivora di tutti per un sacco di motivi e anche la tua. Ma quella dell’estinzione previo non allevamento non ha proprio senso e scade – forse volontariamente? – nel ridicolo: il disboscamento causato dalla creazione di pascoli per bovini allevati in massa sta creando la più grande serie di estinzioni dai tempi dei dinosauri.
Va bene esporre il proprio pensiero, ma pensare di delegittimare quello altrui con la fantascienza è un hobby un po’ troppo “bassino” … pensa che un giorno un tizio di Milano mi ha detto che non era vegetariano perché dove andava a sciaree lui cucinavano tutti la carne di daino perché c’erano troppi daini “Capisci ? – mi ha detto – se tutti smettessimo il mondo sarebbe INFESTATO dai daini !!!”.
“Allora mangi solo carne di daino ? ” Ho suggerito io.
E lui: “Mannò, daino o mucca … o coniglio … è uguale !”
A parte il personaggio senza speranza di cui ho appena parlato, non ci vuole uno scienziato per apire che il daino che si riproduce troppo è il sintomo della mancanza di un carnivoro che si nutra di esso. Mentre per quanto riguarda le mucche e tutti gli animali da allevamento, sono stati artificialmente estratti dalla catena alimentare proprio “dall’uso” che l’essere umano fa di essi. Secondo il tuo ragionamento “naturalistico” dovremmo reinserire anche l’animale umano nella catena alimentare ed accettare che una serie di carnivori si cibino quotidianamente di lui per riequilibrare la sua “infestazione”.

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Silvana - Una mamma green 7 Marzo 2014 - 17:55

Era una provocazione per coloro che scelgono il vegetarianesimo per ragioni “umanitarie” più che ambientalistiche (che comunque, sia chiaro, hanno tutto il mio rispetto). Il rischio che paleso, in modo paradossale e, appunto, provocatorio, è che si finisca col condannare quelle stesse specie che si cerca di tutelare un individuo alla volta. Il maiale domestico che “fa compassione” a molti vegetariani non esisterebbe nemmeno, se gli uomini non mangiassero salsicce da centinaia di anni. Per il resto, è evidente che abbiamo fatto guasti indicibili, per quanto riguarda gli equilibri ecosistemici. Certe volte non è possibile, o non è sufficiente, reintrodurre un predatore per sistemare le cose, e nemmeno spostare le popolazioni infestanti. In questi casi (e solo in questi) personalmente concordo nel procedere agli abbattimenti selettivi, controllati e guidati, per limitare ulteriori danni. È uno strazio, ma dal punto di vista ambientale mi sembra molto peggio l’opzione zero. Quanto al tuo tizio amante dei daini, la prossima volta fagli notare che i ratti e il punteruolo rosso sono infestanti, hai visto mai che ci risolve il problema delle palme da dattero? 😉

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scassandralverde 7 Marzo 2014 - 18:16

Budino di punteruolo rosso ?

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Da Mamma a Mamma. 10 Marzo 2014 - 20:27

Ciao, ti ho citato nel mio post TOP OF THE POST 🙂
http://damammaamamma.blogspot.it/2014/03/top-of-post-10-marzo-2014.html

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Silvana - Una mamma green 10 Marzo 2014 - 22:05

Grazie di cuore! Vado a leggere.

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markscdk 29 Marzo 2014 - 21:04

Le mie ragioni per essere vegetariano sono le stesse fin da quando avevo 6 anni. Quando erano vivi avevano una faccia. Non so se ha senso, ma mi ricordo benissimo di avere fatto la “scoperta” che gli animali sono “la carne” oppure che quando mangiamo la carne è un animale ucciso. Ho ricevuto punizioni, sono stato preso in giro, mi sono sentito dire che ero un bambino testardo e alla fine ho vinto comunque io perché nessun genitore lascia il proprio bambino a digiuno.
Mi dicevano che crescendo sarebbe passata, era solo una fase, invece crescendo non ho fatto altro che confermare le mie convinzioni. Se è un animale non lo mangio. Ha la faccia, con gli occhi mi guarda, con il naso respira, e ha il sangue che gli scorre nelle vene. Per me questa è l’unica motivazione, fortissima e incrollabile, per cui io non mangio gli animali.
Ci tenevo a dire la mia 🙂
Ciao
Mark
Ps: penso che hai visto il mio blog, Travis è nato il 14 marzo. È una cosa bellissima e devastante allo stesso tempo e Magdalen sta pagando il prezzo più caro ovviamente ma c’è la stiamo facendo, sembra che siamo sopravvissuti.

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Silvana - Una mamma green 30 Marzo 2014 - 21:36

Mark, eccoti!! Non avevo ancora letto di Travis, scusami! Vi faccio i miei auguri più affettuosi, quando vi sembra di non farcela pensa solo che non sarà sempre così dura. Che tutto andrà per il verso giusto e che vostro figlio crescerà in un batter di ciglia. Sono sicura che siete e sarete dei genitori bravissimi! Magdalen come sta?

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markscdk 31 Marzo 2014 - 04:52

Grazie del tuo messaggio, Magdalen sta benino, fisicamente tutto ok, emotivamente è stato abbastanza devastante per lei ma si sta riprendendo, sinceramente sapevo che può andare così ma è stata una dura lezione vedere come per voi mamme dare la vita sia faticoso, e non parlo del parto ma anche di tutto ciò che viene dopo, ecco non me lo immaginavo così difficile.

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Silvana - Una mamma green 30 Marzo 2014 - 21:38

Ecco, ho letto. Non so perché non ricevevo più gli aggiornamenti dal tuo blog, mi sono iscritta di nuovo. Ancora auguri! 🙂

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markscdk 31 Marzo 2014 - 04:52

🙂

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