5 cose che un genitore dovrebbe sempre ricordare

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Il caldo, lo stress, la stanchezza. Certi malumori infantili che a volte mi fiaccano. Sono giorni in cui ho davvero bisogno di un post, anzi, di un post-it!

Cose che un genitore* dovrebbe sempre ricordare: prime e ultime volte

Essere genitore è una palestra di prime volte. Alcune emozionanti, altre difficili o faticose. Alcune talmente angoscianti che speri con tutto te stesso che non si ripetano mai. Ma essere madri e padri significa anche vivere centinaia di ultime volte, che spesso arrivano senza preavviso e senza che tu abbia avuto il tempo di prepararti: l’ultima notte col pancione, l’ultima poppata, l’ultimo cambio di pannolino, l’ultimo bacio della buonanotte, l’ultimo incrocio attraversato tenendosi per mano. Imparare ad accettare le une e le altre significa vivere ogni giorno come un dono straordinario e irripetibile. Come se fosse il primo e come se fosse l’ultimo. Quanto è difficile, e quanto è indispensabile.

Questione di prospettiva

I bambini non vengono al mondo per amarci, ma per essere amati. Incondizionatamente, a prescindere dalle aspettative degli adulti su di loro. Non sono i figli che devono rendere felici i genitori, ma questi ultimi che devono adoperarsi, per quanto possibile, per la felicità degli esseri umani che hanno generato.

L’esempio

Esiste un solo modo davvero efficace per educare un figlio: l’esempio.

Il mezzo e il fine

Essere necessari ai propri figli è appagante e lusinghiero. Riempie le giornate di un senso nuovo, coccola l’io come un balsamo prezioso. Ma è solamente un mezzo, e guai a trasformarlo in un fine. Il fine ultimo di ogni genitore è quello di adoperarsi per smettere di essere indispensabile per i propri figli.

Le cose cambiano

Gli esseri umani sono abitudinari, e i bambini lo sono in modo particolare. Ma nel tempo tutto scorre, tutto cambia e tutto si modifica. L’infanzia altrui dura un attimo, il tempo di alzare lo sguardo e quel bambino barcollante è un piccolo uomo che salta e corre. Mai lasciarsi atterrire, dunque, dalla disperazione per le prove di ciascuna età (le notti in bianco prima, i capricci a oltranza poi, le ribellioni di principio più avanti), e mai affezionarsi troppo a certi riti, a certe parole, a certe piccole dolcissime liturgie quotidiane. Nella vita niente è davvero eterno. Tranne, appunto, l’amore per un figlio.

*Io, per esempio. Che in questo periodo le dimentico tutte e a volte mi rendo infelice per questo.

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4 Commenti

mattinascente 8 Luglio 2016 - 11:43

Hai proprio ragione. Si vorrebbe fermare il tempo ad alcuni attimi stupendi, ad alcuni riti appaganti, ma sarebbe solo un atto egoistico. Penso che, una gran parte delle difficoltà, che si incontrano a rapportarsi con i figli adolescenti, sia proprio dovuta a non accettare il nostro cambio di ruolo, da persone che decidono per loro, a persone che decidono con loro. Buona giornata.

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Chiara 8 Luglio 2016 - 19:50

Noi ci stiamo adoperando per l’ultimo pannolino (della prima)!

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Silvana - Una mamma green 9 Luglio 2016 - 08:27

Evviva! In bocca al lupo!

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vacca vittorio 20 Aprile 2017 - 20:22

Una cosa che ho sperimentato nel tempo riguardo la felicità, venendo incontro alle tue considerazioni, è che la felicità la vedo sempre di più come un sole, se c’è, arriva dovunque, se sei sole giunge anche ai tuoi figli. Se sei felice trasmetterai in loro il seme di felicità per trovare la loro. 🙂 ciao cara Silvanina!

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